martedì 24 dicembre 2013

Marlene Shorts - From Marlene for You

Quell'anno il Natale sembrava strano.
La villa era, come di consueto, addobbata a festa. C'erano luci colorate e alberi di Natale ovunque. Anche il vecchio albero che aveva regalato loro il nonno il loro primo Natale era stato tirato fuori dallo scantinato e addobbato come tradizione nella sala da pranzo. La Tata e Delphine stavano dando il meglio di loro in cucina e, a giudicare dalla montagna di libri di cucina che la Tata aveva chiesto a Robert qualche giorno prima il pranzo di Natale si preannunciava davvero spettacolare.
Anche i regali erano già stati tutti sistemati sotto il vecchio albero ed era proprio li, sotto quel vecchio albero di plastica verde addobbato con lucine e palline colorate, che c'era la cosa che rendeva quel Natale strano o che, quantomeno lo rendeva strano a Robert.
Nel mucchio di pacchi e pacchetti c'erano già tutti i regali. Quelli del nonno, quelli delle loro famiglie - che anche quell'anno non sarebbero state lì a festeggiarlo con loro, ma era la norma - quelli della Tata e di Delphine. E c'erano ovviamente i loro regali, quello che Robert aveva fatto a Marlene - quell'anno le aveva preso l'ennesimo peluche a forma di orso al quale aveva messo, intorno al collo, una catenina in oro con un pendente a forma di cuore - e quelli per la Tata e  Delphine e quelli di Marlene. Quella del peluche a forma di orso con indosso il vero regalo era una tradizione che ormai seguiva da anni e la stanza di Marlene sembrava quasi una vetrina di un negozio specializzato in orsacchiotti di peluche.  Ci mancava solo che li chiamasse come i sette nani. (nota1)



Due soli pacchetti. Uno per la loro cara, vecchia, enorme Tata ed uno per la più giovane assistente della tata, Delphine. E basta.
Ecco quello che rendeva quel Natale strano.
Non c'era alcun pacchetto con il suo nome sopra. Neanche un pacchettino piccolo, una bustina, anche solo un bigliettino. Niente di niente.
In sedici anni quella era la prima volta che Marlene non metteva sotto l'albero il suo pacchetto per Robert.
Eppure non gli sembrava di averla fatta arrabbiare in quei giorni. Anzi, se possibile era stato ancora più pongo nelle sue mani. Era arrivato addirittura a prometterle che l'estate prossima sarebbe andato con lei a campeggiare nel Bosco del Lamento Cereo vicino alla Zona Interdetta.
Questo non per il regalo, intendiamoci, ma perché Marlene un paio di settimane prima era malamente inciampata ed aveva rimediato una brutta storta alla caviglia che l'aveva costretta a letto per qualche giorno e lui non era potuto rimanerle accanto tutto il tempo a causa della scuola.
Non erano più ragazzini e dovevano tener fede agli impegni presi e Robert, in quei giorni, era impegnato insieme ad altri compagni di classe per i preparativi della festa di Natale della scuola.
Passò per l'ennesima volta accanto al vecchio albero gettando distrattamente un occhio verso i pacchetti ammucchiati. Ormai li conosceva a memoria e gli bastò solo uno sguardo per confermare che quello di Marlene non c'era.
Gettò, allora, un occhio a Marlene che tranquillamente stava preparando la tavola per la cena cercando di scorgere un segnale, un qualcosa che gli avrebbe potuto far capire cosa stesse accadendo. Ma a parte il fatto che aveva cambiato acconciatura dei capelli, cosa che comunque di tanto in tanto faceva, non notò nulla di diverso. Lei ricambiò lo sguardo e Robert si voltò di scatto mettendosi ad osservare una ghirlanda di alloro che scendeva dal soffitto. Così facendo, però, si perse il sorriso rapido e sornione che fece Marlene.
- Di fuori sta nevicando! - disse avvicinandosi poi ad una delle grandi finestre che davano sulla scogliera.
- Sta nevicando da ieri - gli fece notare Marlene continuando a sistemare la tavola.
- Non me ne ero accorto - fece il vago spostandosi dalla finestra e tornando verso l'albero di Natale deciso a cercare di portare il discorso verso i regali - non sei curiosa di sapere cosa ci ha regalato quest'anno il nonno? -
- Tanto lo scopriremo tra poche ore - sorrise sistemando meglio una posata - qui ho finito, vado a farmi un bagno e poi mi preparo per la cena! Tu rimani in pigiama o ti cambi? -
- Penso che rimarrò in pigiama! - le rispose.
- D'accordo! - gli sorrise di nuovo - Ci vediamo dopo! - e senza dire altro scappò via lasciando Robert a chiedersi se, magari, aveva fatto qualcosa per farla arrabbiare.

Come previsto la cena fu spettacolare.
La Tata e Delphine si erano davvero superate e, alla fine, quando fu il momento del dolce sia Robert che Marlene si dissero si sazi, ma con ancora uno spazietto per una fetta della torta che Delphine portò in tavola solennemente insieme ad una grande bottiglia di una nota marca  italiana produttrice di spumante.
La sera di Natale era l'unico momento in cui la Tata concedeva loro di assaggiare qualcosa di alcolico e per l'occasione, ovviamente, si cercava di avere il meglio. Sarebbe stato davvero il colmo attendere un intero anno per poter bere un buon spumante e poi ritrovarsi con qualche schifezza francese.
Con una maestria degna dei grandi sommelier la tata stappò l'enorme bottiglia da trenta litri formato Melchizédec - come fosse riuscita  la Tata a convincere i produttori di quello spumante a produrre quel colosso di bottiglia per noi è ancora tutt'ora un mistero - e, aiutata da Delphine, riempìì i quattro Flûte che come da tradizione Robert aveva sistemato sul tavolo e scambiandosi gli auguri di rito brindarono allegramente. (nota 2)
Robert ormai si era fatto una ragione del fatto che Marlene non gli avesse fatto nessun regalo, aveva sperato che magari stesse giocando con lui e che prima del brindisi il suo pacchetto avesse fatto la sua comparsa sotto l'albero, ma ormai era giunto il momento dello scambio dei regali e la cosa sembrava ormai certa.
Nessun regalo per lui da Marlene quell'anno!
Ma, al diavolo, avrebbe affrontato quella cosa a testa alta. Non le avrebbe chiesto nulla e non le avrebbe detto nulla. Anzi, avrebbe sorriso anche più del solito dandole il suo regalo.
Ma si, si disse mandando giù lo spumante. Sarebbe stato uomo. Ed un uomo non piange mai!
Già, solo che lui ancora non era un uomo ma solo un ragazzo di sedici anni che si commuoveva con una facilità estrema e a cui tutte quelle panzanate su noi uomini duri davano anche fastidio!
- Vado un attimo a controllare che la casetta del pipistrello stia a posto! - disse improvvisamente uscendo dalla sala da pranzo e poi dalla villa fermandosi nell'ampio spiazzo di fronte all'ingresso della villa.
Stava nevicando e faceva freddo e lui era uscito solo con il pigiama e in ciabatte.
- La casetta del pipistrello? - gli domandò improvvisamente Marlene raggiungendolo - Non mi ricordavo che ne abbiamo una! - nella sua voce c'era una nota di sorriso che scaldò leggermente Robert.
- Non ce l'abbiamo! - sussurrò cercando di darsi un contegno.
- Dovremmo averne una, però! - gli propose poi Marlene - I pipistrelli si nutrono di zanzare e d'estate è meglio avere un paio di loro che utilizzare quegli odiosi zampironi! - poi sorrise di nuovo - Ti ricordi due anni fa, quando mi sono scottata un piede con uno di loro? -
- Si - sorrise anche Robert.
Marlene aveva questo potere, riusciva a farlo sentire bene indipendentemente da quale fosse il problema. Bastava solo che gli parlasse per qualche attimo e lui si sentiva di nuovo pronto ad affrontare qualunque problema. E non le serviva neanche parlare di chissà che cosa.
Anche una casetta per pipistrelli bastava perché, in fondo, a Robert bastava che ci fosse lei. E tutto il resto poteva anche benissimo andare a farsi benedire da qualche parte.
In quel momento gli sembrò tutto così stupido. Anche se Marlene non gli aveva fatto nessun regalo non voleva dire che non gli volesse più bene, magari c'era una qualche spiegazione molto più semplice. E comunque, si disse alla fine, voltandosi verso di lei. Il regalo più bello era poter stare con lei...
- Buon Natale - gli sorrise improvvisamente Marlene porgendogli un piccolo pacchetto rosso legato con un fiocco giallo...

Per visualizzare questa storia nel suo layout originale (in pdf) clicca qui

Note:
1 - il riferimento è a Triela (Gunslinger Girl) il cui fratello è abituato a regalarle degli orsacchiotti.
2 - tecnicamente si tratta di un anacronismo. Infatti, nella realtà la bottiglia formato Melchizédec è stata creata nel 2002 mentre questa storia è ambientata prima di quella data e, comunque, non credo ci siano spumanti italiani che usino questo tipo di bottiglie (per la cronaca si tratta di bottiglie da trenta litri e un metro e dieci di altezza).

© 2013 suinogiallo

Buon Natale A Tutti

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