martedì 6 maggio 2014

Marlene Shorts - quella magnifica estate - sei sempre il mio tesoruccio

Marlene Shorts
quella magnifica estate - sei sempre il mio tesoruccio*

La temperatura era gradevole ma Marlene decise ugualmente di indossare un maglioncino di cotone dal collo svasato invece che la magliettina leggera che aveva tirato fuori dal comò. Riusciva a sopportare il caldo molto meglio di quanto sopportasse il freddo e, nonostante quell'estate a Roma facesse davvero molto caldo, preferì coprirsi un po' di più.
Il condizionatore della casa che il nonno aveva comprato per loro a Roma per fargli passare quella breve vacanza nella città eterna si era rotto la sera prima, di venerdì, e Robert quella mattina stava cercando di contattare un tecnico per farlo riparare. Al contrario di lei non sopportava il caldo e lo vedeva aggirarsi, sudato, per tutta la casa alla ricerca di un posticino più fresco dove sistemarsi. Sembrava quasi un ghiacciolo in procinto di sciogliersi e ovunque andasse si portava dietro un ventilatore, unica fonte di fresco in tutta casa. Se si voleva escludere il frigorifero naturalmente.
In televisione, su di una rete privata locale, avevano appena finito di trasmettere un episodio di un cartone animato che ambedue guardavano e a Marlene era balenata in testa una idea  che sulle prime l'aveva fatta sorridere ma che poi, a ben pensarci, non le era dispiaciuta.
Lei e Robert si conoscevano praticamente da sempre. Erano nati a distanza di pochi minuti l'uno dall'altra e nella nursery della clinica dove erano nati li avevano persino messi insieme nella culla.
Da allora non si erano separati, se non per pochi giorni, mai. Il nonno, infatti, aveva fatto costruire per loro una villa sulla scogliera di Autore e sin da piccoli avevano abitato li insieme alla tata che, per quanto potesse sembrare strano, aveva accudito tutti i membri della famiglia.
Trascorrevano, quindi, tutto il tempo insieme e anche quando uscivano non si separavano mai. Due fratelli siamesi sarebbero stati meno uniti.
E questo a lei non dispiaceva affatto e, per quanto ne potesse sapere, non dispiaceva neanche a lui.
Tuttavia, quell'episodio di quel cartone animato le aveva fatto notare una cosa che, fino ad allora, non aveva mai notato.
Erano usciti insieme una infinità di volte ma non si era mai trattato di un appuntamento. In effetti, si disse, non avevano mai avuto quello che la gente normale definisce il primo appuntamento.
Ora, non è che la cosa fosse così importante.
Erano cugini non fidanzati e tra cugini di solito non ci sono primi appuntamenti. Si esce insieme e basta. Se poi si vive anche insieme la cosa è ancora più semplice. Ci si incontra da qualche parte in casa, o la sera prima di addormentarsi, e ci si domanda se il giorno dopo si vuole andare al cinema o a teatro o a campeggiare da qualche parte. Nulla di paragonabile a quello che è un primo appuntamento, quando il ragazzo telefona alla ragazza chiedendole, con malcelato disinteresse, se per caso fosse libera quel pomeriggio perché, nel caso, lui avrebbe un paio di biglietti per il cinema e, sempre per caso, se lei avesse voglia di andare con lui a vedere il film.
Tutto questo per loro non c'era stato e, anche se non fosse poi una cosa così tanto importante, Marlene si ritrovò a pensare che, però, non sarebbe stato brutto se una volta tanto si fossero comportati come una coppia di innamorati normali.
Già, sorrise Marlene a quella frase, innamorati normali.
Loro due erano innamorati?
Lei di sicuro si.
Marlene si diede rapidamente la risposta. Lei sicuramente era innamorata di Robert.
Lui, invece, beh, Marlene supponeva di si ma mentre lei di tanto in tanto se ne usciva con frasi del tipo, lo sai che ti amo, o, ti amerei lo stesso, lui glissava quasi sempre su quel punto. Le poche volte che glielo aveva detto o a lei era sembrato che glielo dicesse per gioco o si trattava di momento particolari.
- Ma basta pensare a queste cose! - si disse improvvisamente arrossendo leggermente - Il primo appuntamento! Pensiamo a questo! - e senza frapporre altro tempo in mezzo si diresse nel saloncino per informare Robert che aveva deciso che lui doveva chiederle di uscire!
- Il tecnico dice che prima di lunedì non potrà venire! - la informò vedendola entrare nella stanza - Vuoi qualcosa di fresco da bere? - le domandò poi alzandosi per andare in cucina a prendersi una bevanda fredda.
- Da quanto tempo ci conosciamo? - gli domandò, invece, lei sedendosi sul divanetto sorridendo quando vide Robert avvicinarglisi rapidamente con il volto preoccupato.
- Stai bene? - le chiese avvicinandosi alla cugina - Hai preso un colpo di calore? Ti ricordi chi sono, dove siamo e che giorno è oggi? -
- Certo che mi ricordo chi sei! Sei mio cugino, siamo a Roma ed oggi è sabato! - poi, guardandolo - Da quanto tempo ci conosciamo? -
- Quattordici anni e otto mesi - le rispose Robert - siamo nati a distanza di un paio di minuti l'uno dall'altra, in due sale parte attigue, e da allora siamo sempre stati insieme! Persino nella nursery ci hanno messo nello stesso lettino! -
- E non siamo mai usciti insieme! - decise di dirgli continuando a guardarlo.
- Sei sicura di star bene? - le domandò, preoccupato, Robert - Siamo usciti insieme una infinità di volte! -
- Siamo usciti insieme, si, ma non è questo quello che intendo io! - ribatté cercando di farsi capire - Non mi hai mai invitata ad uscire telefonandomi per chiedermi un appuntamento, non ci siamo mai incontrati, che ne so, alla fontana del parco o sotto l'orologio del campanile o fuori dalla stazione! Siamo sempre e solo usciti insieme da casa! -
- E questo non vale come uscire insieme? - le domandò Robert . Qualcosa nel suo volto fece comprendere a Marlene che forse aveva capito cosa intendeva.
- No! - rispose prontamente lei.
- E quindi? - le chiese a quel punto con un sospiro di sollievo.
- Vorrei che una volta tanto uscissimo insieme in maniera diversa! - gli disse infine.
- Quindi dovrei telefonarti per chiederti un'appuntamento - iniziò a dirle Robert - chiedendoti di incontrarci da qualche parte per andare a vedere un film e poi per prenderci un gelato? -
- Preferirei di più andare in piscina e poi, magari, a pattinare - sorrise - ma so che per te sarebbe troppo. Non sai nuotare e non sai pattinare e, quindi, penso che cinema e gelato vadano bene lo stesso! - in fondo era lei che voleva quel primo appuntamento, decidere anche dove andare sarebbe stato eccessivo.
Vide Robert rimanere pensieroso qualche secondo poi, sorridendo, l'informò che stava uscendo e che sarebbe rientrato presto.
Di sicuro, sorrise Marlene sistemandosi accanto al telefono, Robert raramente le aveva detto che l'amava utilizzando le parole, ma a gesti glielo diceva praticamente sempre...

Per la versione in PDF (clicca qui)

Nota dell'Autore:
Questa storia e la precedente, quella magnifica estate, come avrete notato hanno lo stesso comune denomitatore, l'episodio 39** di Urusei Yatsura (da noi Lamù, la ragazza dello spazio) da cui non prendono soltanto il titolo (quella magnifica estate) ma anche l'idea di base. Se la prima storia era dal punto di vista di Robert, questa è dal punto di vista di Marlene.

* Sei sempre il mio tesoruccio è il titolo del sesto ed ultimo film dedicato a Lamù.
** Corrisponde all'episodio 62 in Italia

© 2014 suinogiallo

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