martedì 29 aprile 2014

Marlene Shorts - quella magnifica estate

Marlene Shorts
quella magnifica estate

Il caldo di quei giorni a Roma era davvero insopportabile, si sudava persino a star fermi e, senza l'aria condizionata in casa, sembrava di stare in un forno. Il condizionatore si era rotto il venerdì sera e la risposta del servizio di assistenza era stata un laconico "i nostri uffici sono chiusi per il fine settimana, si prega di richiamare lunedì. Grazie per aver scelto i nostri prodotti!".
Sinceramente Robert avrebbe saputo cosa risponderle, soprattutto all'ultima parte della frase, ma dato che rispondere ad una voce registrata non avrebbe portato alcun giovamento alla loro situazione, riattaccò il telefono e si mise di fronte al ventilatore, in quel momento l'unica fonte di fresco presente in quel piccolo appartamento al centro di Roma che il nonno aveva comprato per permettere a lui e a Marlene di poter passare qualche giorno a Roma senza preoccuparsi di cercare un  albergo o affittare una casa.
Roberto Autore, il capostipite della famiglia, era nato e cresciuto nella città eterna e per questo motivo gli Autore cercavano di fare una capatina nell'urbe almeno una volta l'anno.
Per Robert e Marlene quella, quindi, non era la prima volta che si recavano a Roma ma era la prima volta che ci andavano da soli, senza la tata, e che non stavano in albergo. In fondo avevano quattordici anni ed era giusto farli andare in vacanza da soli, senza la tata a fargli da balia.
- Il tecnico dice che prima di lunedì non potrà venire! - informò Marlene vedendola entrare nella stanza. Al contrario di lui, lei sopportava il caldo decisamente meglio e non sembrava viscida come una anguilla a causa del sudore anzi, sembrava perfettamente a suo agio in quella calura tanto che, cosa che fece sudare ancor di più Robert, aveva indossato un maglioncino di cotone dal collo molto svasato.
- Vuoi qualcosa di fresco da bere? - le domandò poi alzandosi per andare in cucina a prendersi una bevanda fredda.
- Da quanto tempo ci conosciamo? - gli domandò, invece, Marlene sedendosi sul divanetto. Robert la guardò preoccupato.
- Stai bene? - le chiese avvicinandosi alla cugina - Hai preso un colpo di calore? Ti ricordi chi sono, dove siamo e che giorno è oggi? -
- Certo che mi ricordo chi sei! Sei mio cugino, siamo a Roma ed oggi è sabato! - poi, guardandolo - Da quanto tempo ci conosciamo? -
- Quattordici anni e otto mesi - decise di risponderle Robert - siamo nati a distanza di un paio di minuti l'uno dall'altra, in due sale parte attigue, e da allora siamo sempre stati insieme! Persino nella nursery ci hanno messo nello stesso lettino! -
- E non siamo mai usciti insieme! - gli disse improvvisamente guardandolo.
- Sei sicura di star bene? - le domandò, preoccupato, Robert - Siamo usciti insieme una infinità di volte! -
- Siamo usciti insieme, si, ma non è questo quello che intendo io! - ribatté - Non mi hai mai invitata ad uscire telefonandomi per chiedermi un appuntamento, non ci siamo mai incontrati, che ne so, alla fontana del parco o sotto l'orologio del campanile o fuori dalla stazione! Siamo sempre e solo usciti insieme da casa! -
- E questo non vale come uscire insieme? - le domandò Robert iniziando a sospettare qualcosa. Dalla stanza accanto, infatti, sentì le note finali della sigla di un cartone animato che ambedue guardavano spesso e quella scena gli stava ricordando un episodio specifico di quella serie.
- No! - rispose prontamente lei.
- E quindi? - le chiese a quel punto tranquillizzato. Marlene non era impazzita per il caldo ma aveva semplicemente deciso di imitare quell'episodio.
- Vorrei che una volta tanto uscissimo insieme in maniera diversa! - gli disse.
- Quindi dovrei telefonarti per chiederti un'appuntamento - iniziò a dirle Robert - chiedendoti di incontrarci da qualche parte per andare a vedere un film e poi per prenderci un gelato? - era abituato alle idee strane di sua cugina e quindi si stava rapidamente adattando anche a quella sua nuova richiesta.
- Preferirei di più andare in piscina e poi, magari, a pattinare - sorrise - ma so che per te sarebbe troppo. Non sai nuotare e non sai pattinare e, quindi, penso che cinema e gelato vadano bene lo stesso! -
Quella era la conferma definitiva che Marlene stava imitando l'episodio di quel cartone animato. I due protagonisti, infatti, dopo essere stati in piscina erano andati a pattinare.
Si domandò, a quel punto, se le dovesse chiedere di coprirsi i cornini e di non volare come requisito per accettare quella sua richiesta ma, si disse, sarebbe stato sufficiente chiederle di non chiamarlo tesoruccio per tutto il tempo.
Cioè, non è che gli sarebbe dispiaciuto. In fin dei conti la protagonista di quell'anime gli piaceva, in tutti i sensi, e sentirsi chiamare in quel modo sarebbe stato carino. E non fate quelle facce, dai, aveva quattordici anni e gli ormoni si erano iniziati a far sentire già da un bel po' e la protagonista di quella serie animata era decisamente un gran bel pezzo di ragazza.
Gli venne in mente, improvvisamente, di chiedere a Marlene se le sarebbe dispiaciuto indossare un bikini tigrato ma, anche in questo caso, decise di evitare. Un po' a malincuore, ad essere onesti, dato che Marlene era anche più bella e con il bikini tigrato sarebbe stata benissimo.
- Esco un attimo! - disse poi Robert uscendo dalla stanza e qualche minuto dopo squillò il telefono.
Cosa ci volete fare, Robert nelle mani delle ragazze, e soprattutto di sua cugina, era pongo...

Per la versione in PDF (clicca qui)

Note dell'Autore:
Questa storia prende spunto dall'episodio 39* di Urusei Yatsura (da noi Lamù, la ragazza dello spazio) da cui prende anche il titolo, quella magnifica estate.
Si tratta di un mio personale omaggio (diviso in più storie) a questo anime che adoro.

* Corrisponde all'episodio 62 in Italia

© 2014 suinogiallo

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