Quell'anno il Natale sembrava strano.
La villa era, come di consueto, addobbata a festa. C'erano luci colorate e alberi di Natale ovunque. Anche il vecchio albero che aveva regalato loro il nonno il loro primo Natale era stato tirato fuori dallo scantinato e addobbato come tradizione nella sala da pranzo. La Tata e Delphine stavano dando il meglio di loro in cucina e, a giudicare dalla montagna di libri di cucina che la Tata aveva chiesto a Robert qualche giorno prima il pranzo di Natale si preannunciava davvero spettacolare.
Anche i regali erano già stati tutti sistemati sotto il vecchio albero ed era proprio li, sotto quel vecchio albero di plastica verde addobbato con lucine e palline colorate, che c'era la cosa che rendeva quel Natale strano o che, quantomeno lo rendeva strano a Robert.
Nel mucchio di pacchi e pacchetti c'erano già tutti i regali. Quelli del nonno, quelli delle loro famiglie - che anche quell'anno non sarebbero state lì a festeggiarlo con loro, ma era la norma - quelli della Tata e di Delphine. E c'erano ovviamente i loro regali, quello che Robert aveva fatto a Marlene - quell'anno le aveva preso l'ennesimo peluche a forma di orso al quale aveva messo, intorno al collo, una catenina in oro con un pendente a forma di cuore - e quelli per la Tata e Delphine e quelli di Marlene. Quella del peluche a forma di orso con indosso il vero regalo era una tradizione che ormai seguiva da anni e la stanza di Marlene sembrava quasi una vetrina di un negozio specializzato in orsacchiotti di peluche. Ci mancava solo che li chiamasse come i sette nani. (nota1)